La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire.
Mario Giacomelli nasce in una famiglia molto povera. Questo problema non sembra preoccupargli, infatti capisce che l’essere nato povero, è stato per lui una condizione di partenza inevitabile ma anche un’occasione per conoscere la vita nelle sue sfaccettature più cupe, per poi riuscire sempre a estrapolare da essa una poesia, un entusiasmo per le cose più semplici. Alla fotografia arriva così, cercando un linguaggio in grado di raccontare i sogni e le visioni. Nei bianchi e nei neri ricerca le ossessioni della sua vita e gli da corpo.
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Mario Giacomelli, Foto tratta dal fascicolo Scanno, 1957-1959 |
Tratta dalla serie dedicata a Scanno, questa è una delle più celebri fotografie dell’autore capace di conquistare anche il direttore del dipartimento di fotografia del MoMA, al punto di inserirla tra le immagini di Looking at Photographs. È un insieme di ombre scure su sfondo grigio, il tutto ruotante intorno al ragazzino in una cornice fatta di vecchiette tremanti che sembrano affrettarsi a proseguire ciò che stavano facendo.
L’atmosfera onirica induce nello spettatore una sorta di inquietudine e di speranza che il bambino si svegli presto dal sogno.
L’atmosfera onirica induce nello spettatore una sorta di inquietudine e di speranza che il bambino si svegli presto dal sogno.
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